Per circa un milione di famiglie la riduzione della corrente elettrica per tre o quattro ore al giorno decisa dalla Commissione europea, rischia di essere una vera beffa. E si tratta, si potrebbe dire, delle famiglie più “green”. Quelle che negli ultimi anni hanno sostituito le caldaie a gas con le pompe di calore elettriche che, sempre più spesso, oltre a produrre riscaldamento e raffrescamento, producono anche acqua calda. Ci sono case, insomma, nelle quali il gas non è più usato, nemmeno per cucinare, sostituito dalle piastre a induzione elettriche. Cosa succederà a queste famiglie?
«Il vero problema», spiega Riccardo Bani, presidente di Arse, l’associazione per il riscaldamento senza emissioni, «è che si rischia di penalizzare proprio chi ha lavorato per affrancarsi dai combustibili fossili. E soprattutto», aggiunge ancora, «si rischia di interrompere per queste persone la fornitura di beni essenziali come il riscaldamento o l’acqua calda». Il controsenso sta proprio qui. Chi ha in casa la caldaia e i fornelli a gas, anche in caso di riduzione della potenza dell’energia elettrica potrà continuare a cucinare e a tenere i riscaldamenti accesi. Chi invece usa le pompe di calore e le piastre a induzione, rischia di restare al freddo e di non poter cucinare nelle ore di “picco”, che poi generalmente coincidono con quelle serali della cena.